Storia dei Vetri Istoriati legati a piombo

I vetri istoriati

Il primo vetro istoriato nell’Inghilterra del periodo successivo alla Conquista risale alla seconda metà del XII secolo, mentre le più grandi collezioni si trovano nella cattedrale di Canterbury e nel Minster di York.

Le vetrate gotiche che tutti ammiriamo presentano dei misteri: il vetro utilizzato è molto particolare, e alcuni pensano che la realizzazione delle vetrate abbia a che fare con l’alchimia.

Nelle abbazie cistercensi le vetrate sono in genere di colore bianco e traslucido. I religiosi dovevano captare l’essenza della vocazione cristiana e un’eccessiva ricchezza di decorazioni avrebbe rischiato di distorglierli da questa ricerca personale.

Il vetro utilizzato nelle Abbazie è però di una qualità molto particolare. Secondo alcuni studiosi queste vetrate prive di decorazioni sono un vero e proprio prodigio di tecnica e di arte. Il vetro è bianco e incolore ma in realtà i vetrai dell’epoca crearono una pasta traslucida, con le sole risorse della sua cottura, con bolle e spessori svariati. Il risultato è che la luce assume un suggestivo colore madreperlaceo. Ma non solo: la luce viene catturata indipendentemente dalle condizioni atmosferiche esterne.

Il vetro era fatto di sabbia insieme ad altro materiale, fra cui la cenere di legno. Il colore, in tutti i suoi particolari, veniva dato con un pennello sulla superficie del vetro, usando pigmenti fatti di ossidi di metallo mescolati con vetro in polvere e gomma arabica. Una volta dipinto, ogni pezzo di vetro veniva cotto in un forno ad una temperatura  di circa 700° in maniera tale da far fondere il pigmento in modo appropriato. I pezzi venivano poi montati insieme con listelli di piombo per completare la finestra.

Vetri Istoriati

Vetri Istoriati nel Minster di York

Nel Minster di York ci sono ancora oltre 50 pannelli di vetro romanico, anche se non nelle loro finestre originali. Vi sono rappresentate otto o più serie iconografiche, i cui temi comprendono il Giudizio Universale e le vite dei santi. Lo stile dei dipinti riflette l’influenza sia della tradizione nordica francese che di quella artistica locale. La rappresentazione della figura umana, per esempio, è simile a quella che si vede in città nelle sculture dell’abbazia di St Mary.

Un notevole piano di smaltatura fu intrapreso a Canterbury, tra il 1184 ed il 1220, presso la Cappella della Trinità e la Corona, costruite dopo l’incendio del 1174. Alcuni dei vetri si trovano ancora nella posizione originale, comprese le parti di due finestre nella navata settentrionale del coro che contengono scene tratte da un popolare testo medievale, Biblia Pauperum (la bibbia dei poveri), che dimostrava come gli eventi del Vecchio Testamento anticipassero quelli del Nuovo. C’è anche una finestra che raffigura parte di un Albero di Jesse, che si pensa sia stato un dono di Riccardo I.

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